Frugalità e solitudine: il prezzo nascosto della libertà finanziaria
- DannyDeVito
- 20 ago
- Tempo di lettura: 3 min
In questo periodo estivo, grazie al meritato riposo, ho avuto modo di riflettere sul mio approccio alla gestione del denaro.
Sono sempre stato una formichina, talvolta arrivando quasi all’eccesso, pur senza mai renderlo evidente. Non mi sono mai tirato indietro di fronte a un acquisto, anche importante, se lo desideravo davvero. Tuttavia, ogni volta mi prendevo il tempo per studiare, cercare, aspettare, fino a ottenere un buon compromesso tra prezzo e valore.
Negli ultimi anni, complice il mio obiettivo di lungo termine — la libertà finanziaria — questa tendenza alla privazione volontaria si è accentuata. Sento di essermi spostato sempre più verso una frugalità estrema. Ma è solo una sensazione, o è una deriva reale?
Mi chiedo: come posso conciliare questo atteggiamento con i legami affettivi e di amicizia? Non sono forse questi gli unici che contano, una volta tirate le somme della propria vita?
Limitare costantemente i propri desideri non significa solo rinunciare a beni materiali, ma anche a esperienze sociali e ai legami intangibili che da esse scaturiscono. Questa riflessione mi sta facendo rimettere in discussione tutto, ed è molto più critica di quanto sembri.
Negli ultimi cinque anni, sento di essermi allontanato dalla vita “di paese” e dalle amicizie. Mi sono ritirato in casa come un eremita. Certo, ho raggiunto qualche bel traguardo finanziario. Ma a che prezzo?
Sono davvero sicuro che la libertà finanziaria sia l’obiettivo finale? O è piuttosto avere sufficiente capitale per vivere esperienze significative senza preoccupazioni?
Faccio un esempio tangibile:
Ho la possibilità di installare in giardino varie attrezzature. Eppure, pur avendone la disponibilità economica, non ho mai portato avanti questo progetto, lasciando la casa parzialmente “incompiuta”.
Cosa mi avrebbe portato a rendere più accogliente questa parte della casa? Quali legami non ho potuto apprezzare? Quali costi e benefici ho realmente affrontato? Qual è stato il pegno pagato per costruire un portafoglio da 100–120k€ in soli quattro anni?
Sto forse correndo troppo, privandomi di esperienze godibili ora — e forse molto meno godibili in futuro?
Una volta raggiunta la libertà finanziaria, con chi ho intenzione di condividerla?
Che sia davvero questo il mio obiettivo di lungo termine?
Credo che, come in tutte le cose, la giusta via stia nel mezzo. Non ho problemi a fare ingressi da 2–3k€ alla volta sui mercati finanziari. Perché non investire anche nei “mercati sociali”, pur sapendo che sono ancora più difficili da gestire?
Tante domande, e poche risposte. Gli obiettivi mutano nel tempo.
Partono da desideri astratti, quasi metafisici: “l’ideale del giovane”.
Passano attraverso la ricerca di esperienze tangibili: “la praticità e il cinismo dell’adulto”
E forse, un giorno, torneranno a concentrarsi su aspetti intangibili: “la riflessione e l’introspezione dell’anziano”.
Quasi come un’onda del mare, che vediamo oscillare di fronte a noi.
Credo proprio che entrerò con un “PAC immaginario” anche sulle relazioni sociali, con lo stesso approccio che ho sempre adottato: passo dopo passo, senza esagerare, ma partendo già entro fine anno. Magari aspetterò il termine della stagione estiva, quando sarà forse possibile trovare qualche saldo.
Da tempo ho in mente qualche idea, e quindi passerei già a fare una stima dei costi da sostenere per questo "PAC relazionale":
3-4 k€ per l'attrezzaggio di una taverna
3 k€ per un'area barbecue
1k€ varie ed eventuali
Con questa cifra potrei già ottenere l’80% del risultato.
Se volessi arrivare a cifra tonda, potrei mettere un cippino di
3 k€ nel "mondo della musica"
Così da avere anche un degno accompagnamento musicale alle serate...
Completato questo, potrei calare l'asso di briscola con:
5 k€ per una sauna finlandese da esterno
5 k€ per una "vasca idromassaggio" da esterno
Le ultime due voci sono decisamente uno sfizio, forse più adatte a quando sarò più attempato. Tutto sommato, si tratta di cifre gestibili, anche mantenendo la rotta verso la libertà finanziaria — pur rallentandola un po’.
E poi, chi ha davvero bisogno di correre, per poi rendersi conto di aver lasciato indietro le cose più importanti?
È bello viaggiare con l’immaginazione. Ma entro l’anno mi riprometto di far partire anche in pratica questi lieti pensieri.
Un abbraccio,
LRI
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