Non autoimporti limiti
- DannyDeVito
- 24 feb
- Tempo di lettura: 3 min
Questo mese ho avuto una grande opportunità di crescita personale, non tanto dal punto di vista economico quanto dal lato delle nuove esperienze.
Dal quartier generale dell'azienda per cui lavoro è arrivata una chiamata alle armi per il sottoscritto.
La richiesta, senza grandi alternative, era di ottenere la mia disponibilità per una brevissima trasferta oltreoceano, con l'obiettivo di sottoporre uno stabilimento del gruppo ad un audit approfondito sui metodi di lavoro utilizzati nella mia area di competenza.
Alla notizia, ho provato un misto di sensazioni: da un lato il grande piacere di sentire la fiducia non solo del team locale ma anche di quello della sede centrale.
Avrebbero potuto scegliere di coinvolgere altri team, altre persone.. invece eccoci qui.
Segno che forse il mio lavoro riesco a farlo discretamente e viene riconosciuto anche all'esterno, pur avendo nemmeno 3 anni di esperienza nello specifico.
D'altra parte, questo viaggio mi avrebbe posto di fronte a certi miei limiti, che ad un primo momento sentivo come insormontabili.
Avrei dovuto prendere 4 aerei, cosa che mi rende un po' nervoso specialmente nelle fasi di decollo e atterraggio, e avrei dovuto "viaggiare" da solo, almeno in alcuni di questi trasferimenti... Certo, ad un certo punto mi sarei ricongiunto con un team di manager provenienti da un altro Paese ma sarebbe stata comunque la mia prima volta a fare i tour degli aeroporti "da solo", senza il supporto di amici, famiglia o colleghi.
Molti troveranno questo limite una bazzecola, ma i giorni prima della partenza li ho vissuti particolarmente in pensiero. Avrei dato di tutto per avere un collega al mio fianco durante il viaggio.
Non avendo grandi alternative se non il fingermi malato, (che mi sembra una giustificazione abbastanza infantile, poco professionale e sicuramente deleteria per la mia carriera) ho semplicemente lasciato passare il tempo preparandomi al meglio.
Mi sono guardato tanti bei video per orientarmi all'interno degli aeroporti che avrei visitato, almeno per rassicurarmi che sarei riuscito a fare tutto senza perdermi e senza perdere l'aereo.
Del resto, non me l'ha ordinato il medico di lavorare per una multinazionale e la conseguenza naturale, ad un certo punto, è il dover viaggiare quantomeno per questo tipo di trasferte brevi. L'alternativa era lavorare per l'artigiano sotto casa.
I dubbi erano molti, sarei dovuto partire da casa mia verso la mezzanotte per poter arrivare all'aeroporto in tempo e avrei dovuto affrontare un viaggio di 25 ore complessive con ampia diversificazione di mezzi di trasporto (certo con degli intermezzi in cui mi sarebbe stato possibile fare dei riposini, ma di solito non riesco a dormire a comando) per per cui ho chiesto la disponibilità alla mia famiglia di accompagnarmi, avendo paura di un colpo di sonno durante il viaggio.
Disponibilità accordata, grazie al loro buon cuore.
Inaspettatamente, sono riuscito a completare tutto il viaggio e ho scoperto molte nuove cose:
Gli aeroporti sono disegnati a prova di idiota, orientarsi è più semplice di quanto si pensi.
Una vita fatta di trasferte non è una brutta vita, se accetti di stare lontano dagli affetti
Il costo di una trasferta per l'azienda è considerevole. Talvolta non mi capacito delle ragioni che la spingono a far vagare delle persone totalmente all'oscuro degli argomenti che devono auditare.
Vissuta dall'altro lato, i trasfertisti dovrebbero avere sempre e comunque il "top" della conoscenza specifica, e dovrebbero essere in grado di "portare" suggerimenti, miglioramenti e best practices a chi viene auditato, non solo "prendere" e "pretendere".
Ho provato l'ebbrezza del volo in "business class", decisamente un'esperienza da provare (per i voli intercontinentali, mentre per i voli brevi il gioco non vale la candela).
Gli imprevisti sono gestibili, anche se sei da solo. Ho perso uno dei voli di rientro, eppure eccomi qui.
Le opportunità al mondo sono infinite, siamo solo noi a metterci dei vincoli. Ho avuto una enorme soddisfazione quando
Insomma, l'avventura mi ha permesso di crescere, conoscere nuovi posti e nuove persone e ha reso il me stesso di oggi sicuramente una persona migliore. Se avessi ascoltato tutti i dubbi, tutte le perplessità inutili che sentivo addosso prima di partire, sarei rimasto un po' più povero e sicuramente con meno storie da raccontare in futuro. Non avrei avuto l'opportunità di farmi conoscere al di fuori della mia cerchia di colleghi, il che sicuramente danno non fa.
Non ci si deve mai autoimporre dei limiti, perché tutte le difficoltà sono fatte per essere superate.
Se vogliamo proprio trovare un neo al tutto, diciamo che non sono stato particolarmente ligio alla procedura per la rendicontazione delle spese e qualche volta sono pure stato sfortunato (la stampa delle ricevute deve guastarsi proprio mentre passo io??) quindi probabilmente per una parte delle spese sostenute non mi sarà possibile richiedere il rimborso..
Ma veramente mi dovrei mettere a sindacare su una manciata di euro dopo aver vissuto questa esperienza? Non credo proprio..
Un abbraccio,
LRI
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