Vivere di rendita.. E poi?
- DannyDeVito
- 18 lug 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Capita qualche volta, alla sera, di ritrovarmi a riflettere sulla vita in generale e, pensando a questo blog, pure sui miei obiettivi finanziari.
E la testa inizia a vagare fra le nuvole..
Starò seguendo la via migliore?
Un approccio orientato ai dividendi è ciò che mi fa stare psicologicamente meglio: vedere le rendite passive crescere mese dopo mese mi aiuta a misurare progressivamente il mio obiettivo..
Poi però faccio un passo indietro e verifico il famoso "benchmark": avessi investito tutto in un ETF S&P500, il ritorno totale sarebbe stato ad oggi molto più alto.
Alcuni numeri: fossi partito in Agosto 2021 mettendo ogni deposito di liquidità sullo S&P500, a Giugno 2024 avrei già superato quota 100k€, mentre invece con le operazioni fatte mi ritrovo con circa 89 k€. Ad oggi ho "perso" quindi un buon 10% di mancato rendimento.
So che è completamente assurdo confrontare due investimenti su un periodo di tempo così breve, eppure mi risulta sempre troppo facile dubitare e riflettere sulle mie azioni.
Tutti ricchi con il senno di poi, è chiaro.
E' verosimile che io non abbia seguito il percorso che porta al rendimento maggiore, barattandolo con una rendita periodica "tangibile". Irrazionale e inefficiente, ma questa è la strada che ho scelto.
E il mio obiettivo, che sensazioni mi porterà una volta raggiunto?
Ricordo quelle provate nel mio passato da studente universitario durante le estati senza lezioni. Quando avevo più tempo libero, ma non amici con cui condividerlo, presi pure loro da lavoro o studi.
In un mondo governato dalla fretta e dall'impazienza, mi sembra che ogni tipo di ricchezza, sia questa relativa ai soldi o al tempo, perda in ogni caso di valore di fronte all'impossibilità di goderla con altre persone.
Allora perché seguire una vita di investimenti? Servirà per guadagnare del tempo, che non potrò poi spendere con i miei cari perché anch'essi indaffarati nella corsa della vita?
O servirà forse ad accumulare del denaro che, stando al mio stile di vita attuale, già non mi serve? Riesco a mantenere già oggi un tasso di risparmio del 60%.
So già che, per come sono fatto, non vorrò "migliorare" drasticamente il mio stile di vita.
Non è questa la mia destinazione finale, il mio scopo.
D'altra parte, ai figli non dovrò far mancare alcuna opportunità, come i miei genitori hanno fatto con me. E allora, quando questi dubbi e pensieri gironzolano nella mia testa, tendo a pensare di non voler fare tutto questo solo per me. Anche, ma non solo.
Mi piace pensare di star lavorando per creare nuove possibilità future, per tutta la famiglia.
E dubito fortemente che una volta raggiunto l'obiettivo il mio lavoro ne risentirà: non rallenterò. Quello che faccio ad oggi mi diverte e mi stimola e finché sarà così non vedo motivo alcuno di "guadagnare tempo".
Sento di star seguendo due strade che non necessariamente si devono escludere:
la prima che porta alla libertà finanziaria, la seconda che porta alla realizzazione professionale e intellettuale.
Sino a quando queste due linee immaginarie riusciranno a proseguire in parallelo come una rotaia lascerò correre questo treno.
Sono parole di una persona che ha di fronte altri 30 anni di lavoro. Chissà con che spirito rileggerò questo articolo negli anni a venire, come cambieranno le priorità e in che punto del mio viaggiò mi troverò..
Un abbraccio filosofico e inconcludente,
LRI
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