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- L'iperuranio dell'investitore retail medio - L'importanza del budgeting
Il grande prof. Coletti direbbe.. "vi piacerebbe vero riuscire ad ottenere un 15% annuo, battendo il mercato sistematicamente?" Bene. Sembrerà strano ma in questo articolo non troverò la ricetta della pozione magica, anzi. Voglio solo mettere nero su bianco qualche riflessione filosofica come quelle fatte veramente bene, quelle dei grandi filosofi classici che non danno risposte ma alimentano sempre nuove domande in un loop continuo che porta l'essere umano a crescere intellettualmente sino ad arrivare alla domanda delle domande. La domanda suprema a cui nessuno dopo aver ascoltato o letto un pippone riuscirà mai a dare una risposta: "E QUINDI?" Di solito i filosofi che sono arrivati a farsi questa domanda dopo una carriera sudata di pensieri articolati proseguono la loro vita seguendo uno fra questi 2 approcci: o ribaltano il tavolo incazzati come le iene e se ne vanno a passeggiare con il ghiaino in bocca per la gioia dei dentisti dell'epoca oppure impazziscono e vanno a vivere in una botte e "cercano l'uomo" con il lanternino sotto al solleone di Agosto, mentre in spiaggia passa il tormentone dell'estate. Se ho stuzzicato l'interesse, attenzione mettete a letto i bambini perché userò un termine forte.. E' MOLTO DIFFICILE (che è il mio modo carino per dire praticamente impossibile) battere il mercato, figuriamoci se a fianco ci mettiamo l'avverbio SISTEMATICAMENTE. Ma mettiamo pure il caso di aver di fronte il signor Outlier che in base alla pronuncia può essere un simpatico zio British style, o forse francese. Il caro zio O. è un retailer medio che non ha nessuna capacità particolare, ma un giorno scopre di avere un superpotere: rovina le statistiche. In particolare, riesce a battere sistematicamente il mercato ed avere gli stessi ritorni più un premio del 5%. Mettiamo pure che il caro zio abbia una morale solida che gli impedisce di attingere a debiti, derivati e leve varie, altrimenti il primo pirla che passa direbbe di sfruttare in maniera malsana il proprio superpotere ( ricordo comunque che la leva, i debiti o i derivati possono fare danni anche a questo supereroe). La prima cosa da fare, caro zio, è sapere quanto guadagni e quanto spendi! Non conta nulla avere un rendimento del 15% annualizzato se spendi più di ciò che guadagni, perché in quel caso non avresti nulla da investire. O ancora, conta poco avere quel rendimento se riesci ad investire solo 100 euro al mese. Dopo 30 anni di fatiche e pur essendo un supereroe avresti da parte 500 k€. Non voglio essere frainteso, è un ritorno ECCEZIONALE, ma una persona così fuori dal normale dovrebbe arrivare ad avere un patrimonio fuori dal normale. Il mio pensiero di oggi è che per un investitore retail medio conta di più concentrare gli sforzi per aumentare le proprie entrate e ridurre le proprie uscite piuttosto che andare a caccia dell'1% di sovra rendimento. Il caro uomo medio che prende 1500 euro al mese, se nel weekend si diletta a vendere acqua liofilizzata al sabato per 5 euro l'ora (paga al limite dei diritti umani) chiude con un incremento delle proprie entrate del 10% MENSILE, e tanti saluti a chi perde la testa sui mercati *mic drop*. Adottare un approccio sistematico del tipo "monitoraggio/analisi/obiettivi/verifica" in loop ( ahhh sentite anche voi questo profumo di Kaizen? ) fa tenere il timone ben dritto e rende evidenti le derive che potrebbero avere anche le proprie spese (o le entrate!), specialmente in periodi come l'estate o durante il Natale. Qui entra in gioco il budgeting, o almeno il primo passo, inteso come monitoraggio delle proprie entrate ed uscite. Dove vuoi andare, caro zio O., stai vagando a tentoni e non sai nemmeno dove sta la porta per entrare nella stanza successiva! Anche fermandosi al primo step, sorseggiando sul divano il proprio budgeting light quantomeno fa accendere la luce nella stanza e fa vedere in maniera più chiara la distanza dalla prossima porta e se c'è qualche buco nel pavimento da aggirare. Sono abbastanza sicuro comunque che una volta accesa la luce ci si appassiona e lo step 2 (analisi) viene da sé. Attenzione però a non rendere tutto ciò un lavoro, un volo pindarico, uno strumento fine a se stesso! Le ultime analisi di mercato dicono che i calzolai dei moscerini hanno tutti dichiarato bancarotta a causa dei costi eccessivi non bilanciati da adeguati ritorni. Parare personale, non serve a nulla fare analisi delle proprie uscite mensili alla quarta cifra decimale se ogni giorno si fa colazione con cappuccio e caffè al bar, birra più panino al pomeriggio e ristorante alla sera.. E QUINDI? Provate, iniziate a tenere traccia delle vostre spese, dei guadagni, del patrimonio. Partite dalle basi per costruire bene la vostra finanza personale, non pensate al colore dei mobili prima di aver fatto le fondamenta! Se volete, il formato che utilizzo attualmente sia per il monitoraggio delle entrate ed uscite, sia per il monitoraggio del portafoglio è sempre disponibile a questo link ma potete anche partire da uno più semplice fatto da voi o modellato sulle vostre esigenze! Un abbraccio, LRI
- Piacere, sono il Warren Buffett dei poveri - L'importanza degli ETF
Quante volte devi leggere un concetto semplice, chiaro e di comprovata efficacia per fartelo entrare in testa e spingerti ad applicarlo? Quante persone devono ripeterlo costantemente, quante dimostrazioni devi vedere e quanto tempo deve passare per poi arrivare a capire che forse la strada che si sta percorrendo non è la migliore? Piacere, sono il Warren Buffett dei poveri. Sono molto sereno riguardo ai miei investimenti in azioni singole e continuo a pensare di preferirle agli ETF. Il problema è un altro: il tempo richiesto per mantenere sufficientemente aggiornate le mie conoscenze. Non credo si debba eccedere nel cercare informazioni anzi, nel 90% dei casi l'ossessione porta solo a risultati negativi. Va però data sicuramente una letta ad ogni trimestrale e alle trascrizioni delle conferenze. Significa che avendo 10 azioni annualmente si devono leggere (e interpretare!) 40 trimestrali e 40 conferenze, più 10 relazioni annuali. Annualmente poi si possono aggiornare le proprie stime guardando preferibilmente i freddi numeri e senza farsi influenzare dal contesto. Poi arriva la teoria, provata e dimostrata che dice che la diversificazione sul lungo termine paga sempre, perché Warren Buffett è uno ed è già nato e a detta sua gli altri, specialmente con capitali che fanno sorridere è meglio che investano sugli indici. Lasciamo fare ad ognuno il proprio lavoro. La verità è che forse compriamo individual stocks perché in fondo siamo un po' narcisisti.. Ci piace dire "questo investimento l'ho fatto io", "frutto delle mie analisi" e tante altre care cose. In fondo le commissioni di acquisto e vendita, le performance si mettono in secondo piano rispetto al lavoro dell'artigiano dei mercati finanziari. A forza di sentire la storia della diversificazione e a forza di vedere dimostrazioni che questa funziona, mi è proprio venuta voglia di saltare sul treno degli ETF. Nel prossimo futuro cercherò di allontanarmi dal lato oscuro delle singole stocks e andrò anche io ad assetarmi alla sacra fonte degli ETF. Andrò a mescere il loro vino e tutti vivremo nel fantastico mondo della diversificazione spinta. Darò il mio ( piccolo ) patrimonio al signor Vanguard o al signor IShares, che investirà passivamente i miei risparmi e tutti canteremo la canzone dell'interesse composto in riva al mare.. Spero solo che qualcuno non rubi l'ultima costoletta della grigliata ai 2 signori a cui affido tutti i soldi che intendo investire, altrimenti se si arrabbiano va a finire che decidono di lasciare la festa e pagarmi solo il da bere, perché non soddisfatti del pranzo.. Non ci credete? Chiedete al mio amico Igor Sergej.. Lui aveva finito tutta la vodka quella volta.. e tutti i guru della diversificazione sono scappati dalla finestra del bagno lasciando a qualcuno l'onere di pagare il conto.. Metafore scherzose.. Eccone un altra: dovrebbe essere più frequente navigare incontro al disastro investendo in stock singole rispetto che ETF. Non investire in ETF e buttarsi sulle stock singole è come dire "non prendo l'aereo perché se cade muoio sicuramente", e preferire muoversi in auto perché si pensa di avere il controllo sugli incidenti di percorso.. le fredde statistiche sugli incidenti purtroppo stanno dalla parte degli aerei... e degli ETF. Questo non vuol dire che dovrò rivedere la mia modalità di investimento né disinvestire ciò che ho già fatto. Semplicemente le analisi fatte andranno avanti ma cercherò di migliorare la mia diversificazione ed entrerò più nel dettaglio nel mondo degli ETF, con una lacrimuccia che ogni tanto scenderà, ricordando i bei tempi delle scampagnate sulla Uno Turbo modello singole stock senza freni e airbag. Tenderò comunque a rimanere un anarchico a metà.. essendo amante dei dividendi preferirò ancora ETF a distribuzione rispetto a quelli ad accumulo.. Un passo alla volta, fra qualche anno così potrò scrivere un post in cui mi sarò pentito di questa dannata distribuzione.. Credo che approfondirò le diverse caratteristiche di un paio di ETF, fra cui: EUNY (iShares Emerging Markets Dividend UCITS ETF), ISIN IE00B652H904 EUDV (SPDR S&P Euro Dividend Aristocrats UCITS ETF (Dist)), ISIN IE00B5M1WJ87 IUKD ( iShares UK Dividend UCITS ETF), ISIN IE00B0M63060 USDV (SPDR S&P US Dividend Aristocrats UCITS ETF), ISIN IE00B6YX5D40 UPDATE: mi sono accorto che EUNY non è disponibile su Directa ( e non è su Borsa Italiana ) lo strumento più simile che ho trovato a tema dividendi, anche se manca tutta la parte di america latina e India, è IAPD (iShares Asia Pacific Dividend UCITS ETF ). Ora mi sento un po' come quando vai a comprare la Nutella ma trovi solamente la crema di nocciola dei peggiori discount di Caracas, ma me ne farò una ragione.. Una menzione particolare ad EMHD, anche se il capitale del fondo è un po' troppo basso per i miei gusti ( 150 M ).. devo valutare per bene. Un abbraccio, LRI
- Fondo Pensione
Quanto è importante al giorno d'oggi avere un fondo pensione? Si sa, la sola contribuzione INPS ci darà una rendita ben misera ma se proprio sei amante dei film comico/drammatici puoi sempre entrare QUI con la tua identità digitale e l'INPS provvederà a ricordarti che alla tenera età di ultrasettantenne potrai permetterti un pasto caldo al giorno ( 2 nelle festività più sentite, a scelta senza esagerare ). Per uscire da questa situazione, ci sono varie strade: - Apprezzare un pasto pagato dallo stato al giorno per il resto della vita e non aver bisogno di extra - Aumentare le proprie entrate, che di conseguenza vanno ad aumentare il contributo INPS fino ad arrivare a potersi permettere il dolce alla fine del pasto - Investire in maniera autonoma o con un consulente indipendente - Entrare in un fondo pensione, che non fa altro che investire a sua volta il contributo che versi mensilmente. Chiaramente ognuna di queste possibilità non per forza devono escludersi a vicenda, ma l'argomento di oggi è il fondo pensione. Che particolarità ha il fondo pensione? Per un lavoratore dipendente, se ci si avvale del fondo della categoria di cui fa parte la propria azienda, quest'ultima è obbligata a contribuire al versamento fatto dal dipendente in misura minima pari a quanto previsto dal proprio CCNL. Oltre a questo, il fondo investe i risparmi che si mettono a disposizione, solitamente una contribuzione mensile e il TFR, ipotizzando che in futuro tali investimenti porteranno ad ottenere una somma maggiore rispetto alla propria contribuzione fatta negli anni. Una volta conclusa la propria attività lavorativa, sarà possibile ottenere una rendita integrativa mensile oppure ottenere la liquidazione dei propri investimenti (dipende dalle regole del fondo), in ogni caso con una tassazione agevolata. Già questo potrebbe risultare interessante per chi non ha le competenze per investire autonomamente i propri risparmi, ma in più si deve tenere conto che la propria contribuzione mensile versata nel fondo va a ridurre il proprio imponibile IRPEF e quindi la propria tassazione. Questo sino ad un massimo di contribuzione annua di 5164,57 € annui, includendo la quota versata dal dipendente sotto forma di contributo mensile e la quota versata dall'azienda. La parte relativa al TFR non va inclusa in tale conteggio. Non avendo la presunzione di conoscere a fondo l'argomento, lascio un bell'articolo riguardo gli aspetti fiscali del fondo pensione. Ho poi utilizzato questa fonte come spunto / punto di partenza per preparare un semplice foglio Google dove poter fare diverse simulazioni della propria situazione personale, per comprendere quali sono i costi di contribuzione al netto dei vantaggi fiscali e del contributo aziendale. Al solito, le celle gialle si devono compilare con i propri dati, mentre quelle grigie contengono formule/dati che non devono essere modificati, a meno di cambiamenti nelle aliquote di tassazione negli anni o modifiche del contributo massimo detraibile. In ultimo lascio 2 video interessanti: il primo è fatto dal grandissimo Lorenzo di "Investire in borsa a caccia di dividendi", e tratta in maniera più approfondita il tema del fondo pensione spiegando fra l'altro perché potrebbe essere interessante avere più di un fondo pensione anziché versare tutto in un unico fondo. Non voglio fare nessuno spoiler, il video è fatto molto bene! Il secondo video invece è fatto dal prof. Paolo Coletti. Consiglio di tenere d'occhio il suo canale, porta sempre contenuti molto interessanti perché cerca di argomentare le sue affermazioni attraverso simulazioni Excel ma soprattutto Python. In questo caso analizza il caso "aderisco al fondo pensione" rispetto al caso "investo autonomamente". Buona visione! Per completezza, lascio il foglio di cui parla il prof. nel video qui sopra a questo link. Sarei felice di avere un vostro feedback a riguardo, Un abbraccio, LRI
- Tassazione Dividendi
Un argomento che talvolta può creare confusione, specialmente tra chi sperimenta i primi approcci al mondo dei dividendi. Ogni volta che un'azienda estera stacca un dividendo, questo è soggetto ad una ritenuta alla fonte, applicata dallo stato in cui l'azienda risiede. Al netto frontiera va poi applicata la tassazione italiana sui dividendi ( attualmente 26% ) E questo è già il primo punto da mettere in chiaro così da evitare almeno una fra le prime domande che può venire in mente: D: Se acquisto "British American Tobacco" su NYSE, pago la tassazione USA? R: NO. La ritenuta alla fonte viene applicata come detto sopra in funzione dello stato in cui risiede l'azienda. British American Tobacco ha sede nel Regno Unito, quindi la ritenuta alla fonte applicata sarà quella del Regno Unito. In nessun caso* il mercato di quotazione influisce sulla tassazione del dividendo. Ripetiamo quindi insieme: La ritenuta alla fonte non dipende dal mercato su cui acquisto una azione, ma solo da dove risiede fiscalmente l'azienda. La nostra cara Stellantis può venire acquistata in serenità su Borsa Italiana, ma quando staccherà un dividendo ci verrà trattenuto un 15% alla fonte. Sul rimanente andrà poi applicata la normale tassazione italiana del 26%. I più attenti avranno notato un asterisco.. In base alla mia esperienza di utilizzatore di "Directa" (usate il mio codice amico), acquistando su quel broker da mercato GEM (borsa italiana) azioni USA, ai dividendi viene applicata una ritenuta alla fonte del 30%, mentre acquistando su NYSE la ritenuta è del 15%, per chi ha compilato il modulo W8BEN. Grande affare risparmiare 4/5 euro in commissioni per poi regalarne molti di più in tassazioni varie.. Tralasciando questo caso particolare, che a me sembra più una anomalia, vale sempre la regola in grassetto scritta sopra. Visto che viviamo fino a prova contraria in un mondo civile, onde evitare/ridurre la doppia tassazione, si sono sviluppati degli accordi bilaterali tra stati che vanno a ridurre la tassazione alla fonte. Visto tuttavia che viviamo in un mondo votato alle apparenze, tali accordi bilaterali difficilmente (MAI, tranne nel caso USA con modulo W8BEN) verranno applicati dal vostro broker in regime amministrato. Un gran peccato, sembra infatti che siano gli italiani il problema, e non la burocrazia. Visto che noi poveri mortali difficilmente avremo un patrimonio tale da rendere conveniente lo sbattimento di richiedere di applicare le convenzioni fra stati, sia in termini di tempo che di costo, vi lascio un bel link dove ho cercato di riassumere la ritenuta alla fonte dei principali paesi mondiali, e la percentuale di dividendo netta che ci rimarrà in tasca. Un abbraccio, LRI
- Ho un problema.
So di avere un problema. O meglio, molti di più, ma uno l'ho ben individuato e va analizzato. Ho un bias che mi rende un permabullish sulla Cina. Già da fine 2021. Il timing non è il mio mestiere. Cosa pensavo a quel tempo? Cos'ho fatto? Principalmente, ero attratto da aziende singole. E se si parla di stocks in Cina, chi non pensa ad Alibaba? So di non essere stato il solo: vedi quel vecchio volpone di Charlie Munger cosa ha combinato.. Fra il 2021 e il 2022 ho passato in rassegna tante aziende, cercando occasioni in tutto il mondo. I mercati USA erano a mio parere sopravvalutati, quindi ho cercato più lontano. Ho analizzato e cercato tante alternative.. ma alla fine, tornavo sempre al punto di partenza: Alibaba. Valutazioni ridicole, per un'azienda leader nell'area Cina e Asia in generale. Free cash flow yields dell'8% o più, poco debito, posizione dominante.. Le tensioni fra USA e Cina e altri problemi ne minavano le valutazioni, ma se si sceglie di investire in singole stocks, si deve cercare di mantenere un certo equilibrio mentale: Possono gli USA fare a meno della Cina? e viceversa? Veramente la Cina vuole affossare la propria economia ammazzando le aziende con le regolamentazioni? Veramente Xi Jinping vuole mettere in difficoltà Alibaba, che dal suo lato cerca di sviluppare dei chip per emanciparsi dall'occidente? Può una parte di economia "reale" così pesante negli equilibri mondiali valere così poco se pesata sulle valutazioni dei mercati? Le risposte che mi ero dato, ovviamente, erano tutte negative. Le aziende USA si sono legate troppo a doppio filo con la Cina, sia dal punto di vista della manifattura e realizzazione di prodotti, sia dal punto di vista di sbocchi sul mercato visto l'enorme numero della popolazione asiatica. Come non bastasse, il numero di persone in Asia mi sembrava destinato ad aumentare, e di pari passo i potenziali clienti di Alibaba. Le regolamentazioni poi, se nel breve possono minare margini e prospettive di una azienda, sul lungo potrebbero creare la famosa e tanto ricercata "prosperità comune", dove il cittadino cinese medio può migliorare il proprio stile di vita e di consegenza incrementare in generale l'economia cinese. Tutte queste premesse e questi pensieri mi hanno reso un permabullish sulla Cina, e mi sono fatto prendere la mano con Alibaba. Fortuna vuole che sono un amante del "value investing", e sono per natura conservativo nelle analisi. Questo ha bilanciato gli errori ( ? ) fatti acquistando Alibaba a 180 dollari come primo ingresso: dopo aver afferrato il classico "colello che cade" ho infatti atteso livelli più interessanti per mediare o fare qualche operazione multiday di trading. Il risultato finale però, purtroppo, è che trascorso 1 anno e mezzo mi ritrovo con un PMC di circa 88 euro per azione e sono praticamente al punto di partenza, ma con un'esposizione abbastanza importante. Detto questo, anche se alla prova dei fatti le mie operazioni possono essere considerate degli errori ( sto sotto del 5% circa ), in realtà io sono molto tranquillo a riguardo. Il 5% in positivo o negativo è nulla, specialmente parlando di azioni singole. Sono molto esposto su Alibaba, è corretto. Questo perchè gli alti e bassi mi hanno dato la possibilità di continuare ad incrementare la posizione ad un prezzo che ritengo corretto, e su questa posizione sono e rimango bullish. Non risulterei credibile verso me stesso se, dopo molte riflessioni, cambiassi idea in poco tempo. In ogni caso, allo stato attuale se avessi impiegato lo stesso patrimonio in altro modo sarei in una situazione forse migliore, ma confido che il tempo sarà galantuomo. Vedremo fra qualche anno come questo post sarà invecchiato. Un abbraccio, LRI
- 10 libri di finanza (personale) e affini
In questo breve post esporrò in breve i 10 libri di finanza personale e non, che hanno avuto e stanno avendo un'influenza significativa nel mio percorso formativo. La triade originale: "Il metodo Warren Buffett" E' il primo libro che ho acquistato per iniziare a introdurmi in questa nuova avventura. E' molto discorsivo e facile alla lettura. Espone essenzialmente i passaggi principali della vita e della carriera del più grande investitore di tutti i tempi, scorrendo i principi fondamentali dei suoi processi decisionali. Diciamo che è un'infarinatura molto generica e apprezzabile anche per chi non è interessato solamente alla finanza, ma semplicemente alla vita e al percorso di una persona che ha influenzato la storia recente. "Ispirante". "L'uomo più ricco di Babilonia" Scritto da George Clarson, riporta una serie di racconti inventati ambientati nell'antica Babilonia, con riferimenti alla gestione del denaro e degli investimenti. Libro base e discorsivo, non male per iniziare. "Padre ricco padre povero" Scritto da Robert Kiyosaki, descrive la vita e i principi base di Robert. Educativo sino ad un certo punto, serve per portarsi via principalmente la definizione di asset che generano cashflow positivo oppure debito e l'attitudine al rischio piuttosto che avere un posto sicuro ma con scarse prospettive future. Libro base, da analizzare per portarsi via ciò che c'è di buono e scartare il contorno. "L'investitore intelligente" Davvero ha bisogno di presentazioni? Pur essendo un libro datato, è scritto dal padre del "value investing", Benjamin Graham, ed è uno dei libri più completi scritti sull'argomento. Interessante anche la parte prettamente storica del libro, che riporta eventi e dati del passato visti con gli occhi di quel tempo. Interessanti in ogni caso i principi fondamentali esposti, che sono validi ora come saranno validi in futuro, con la sola differenza che ad oggi molte informazioni sono reperibili in maniera esponenzialmente più semplice, e quindi il gioco è sempre più duro. "Modern Value Investing" Scritto da Sven Carlin, un ricercatore post doc., ex dipendente Bloomberg ed ex accademico della Amsterdam School of International Business ora youtuber a tempo perso e imprenditore che gestisce la propria piattaforma di ricerca su opportunità di investimento. Il suo libro riporta i principi del value investing trasposti nell'era moderna. E' disponibile solo in inglese, ma è interessante e contiene dei concetti base interessanti. "The little book of Valuation" Scritto dal prof. Damodaran, libro molto tecnico e dettagliato, anche se in poche pagine, che espone nel dettaglio come valutare le aziende a seconda del settore di appartenenza. Apprezzabili anche il sito personale del prof. Damodaran, che contiene un oceano di dati, e il canale youtube del prof. , che registra le proprie lezioni e permette a tutti di seguire un vero e proprio corso universitario. Non per tutti. "The little book of investment" Scritto da John Bogle, fondatore di Vanguard. Il libro si può riassumere in: compra ETF a basse commissioni e costi, tanto sul lungo termine i rendimenti che andrai ad ottenere nella migliore ipotesi convergeranno con la media del mercato. Riassunto ancora di più: "compra SP500, magari di Vanguard, e buonanotte." Educativo da un punto di vista, dall'altro se capitasse qualcosa agli USA chissà che fine faranno quelli che seguono ciecamente questa strategia. "Stocks for the long run" Scritto da Jeremy Siegel, lo sto leggendo ora :D "I principi per affrontare il nuovo ordine mondiale" Scritto da Ray Dalio, fondatore di Bridgewater, che nella sua maturità è diventato un filantropo, riporta i principi economici e gli eventi storici che si sono susseguiti in particolare dal 1600 ad oggi, dando un interpretazione di ciò che potrebbe diventare il mondo nei prossimi anni basandosi sui dati disponibii ( ascesa della Cina, declino degli Stati Uniti?). Anche questo preferibile in versione audiolibro. "I principi del successo" Anche questo scritto da Ray Dalio, dedito a condividere i principi personali che lo hanno portato al successo. Non male, preferibile in versione Audiolibro. BONUS: PrinciplesYou di Ray Dalio, un tool di autovalutazione sotto forma di sondaggio, che può mettere alla luce i tuoi punti di forza, i punti di miglioramento e le tue attitudini. Forse non ci avevi mai pensato, ma può essere interessante per capire le tue aspirazioni lavorative e ciò su cui puoi fare leva per migliorarti e migliorare il tuo income! Un abbraccio, LRI
- Definire gli obiettivi
Riuscirò mai a diventare milionario? In quanto tempo? Con quali sforzi? Sarà realizzabile? Se sì, cosa significherà essere milionario in futuro? Queste sono alcune delle domande che mi sono fatto durante il mio percorso di investimento, principalmente per definire e verificare quello che ho deciso essere il mio obiettivo di lungo termine. L'obiettivo parte da un'idea, un brainstorming su quello che vorrei sia il mio futuro finanziario. A posteriori si possono fare tutte le dietrologie che si vogliono, vantandomi di aver definito un obiettivo SMART (acronimo inglese che sta per "Specifico, Misurabile, Raggiungibile, Realistico, Definito nel tempo"). La realtà è che non sapevo nulla sulla teoria del definire obiettivi, ma a posteriori ho capito che più o meno ho seguito intuitivamente una strada giusta, aggiustandola nel corso del tempo. Vediamo quindi il mio personale obiettivo inquadrato in questa definizione. SPECIFICO: Il mio obiettivo riguarda l'ottenimento di un futuro income passivo tale da coprire le mie spese annue, rendendomi di fatto "finanziariamente libero". MISURABILE: Ho già messo a punto un sistema di misurazione dell'income passivo attuale e delle mie spese attuali così da avere chiaro in mente e sulla carta i numeri e l'attuale GAP fra income passivo e spese. RAGGIUNGIBILE: Per fare questa verifica ho reso disponibile nello stesso foglio google di monitoraggio del portfolio e del net worth etc.. una semplice simulazione che sulla base di alcuni parametri definiti arbitrariamente verifica se il futuro income sarà in grado di coprire le spese future. Tale simulazione proietta nel futuro le spese attuali rivalutate annualmente per un tasso di inflazione modificabile e simula un PAC con i seguenti parametri modificabili: quota mensile, numero di anni, rendimenti medi, dividendi distribuiti ( e reinvestiti ) e relativo coefficiente di tassazione. In basso un'immagine con tutti i parametri discussi, più alcuni campi calcolati. La cella "Div. Obiett." riporta la rivalutazione nell'anno "X+ numero anni" delle spese annue alle quali si applica il tasso di inflazione. La cella "Div. Finale" riporta l'income passivo futuro ottenuto sulla base dei parametri definiti. Se il dividendo ottenuto alla fine è pari o superiore alle spese future, l'obiettivo si può considerare raggiunto. REALISTICO: Semplicemente, ho dovuto assicurarmi che tutti i parametri inseriti come rendimento medio, inflazione e quota mensile dedicata al PAC siano, appunto, realistici. DEFINITO NEL TEMPO: Questo è l'ultimo punto che, a dire la verità, ho integrato successivamente nel foglio google. La simulazione in precedenza era semplicemente "one spot", ovvero verificava puntualmente se nell'anno futuro definito avrei raggiunto l'obiettivo oppure no. Semplicemente, ho ampliato la simulazione riportando il dettaglio dell'obiettivo ogni anno, così da capire se sono in linea con la stima oppure no. Altra cosa molto importante è capire QUANDO raggiungerò l'obiettivo. Come avrete notato, calcolo la mia età finale relativa a quando raggiungerò il mio target, e a fianco un'altra età. Questa dà informazioni sul seguente scenario: ipotizziamo di essere arrivato ai 66 anni (stessa età nella quale raggiungo il mio obiettivo), ma in questo caso anzichè investire ho messo "sotto il cuscino" tutte le rate del mio PAC. Quanti anni di spese, rivalutate per l'inflazione, avrei potuto permettermi prima di consumare tutti i soldi dedicati al PAC? Vediamo che questo ipotetico PAC si ripaga quando avrò ormai 84 anni... Ciò significa che in ogni caso tutto questo molto probabilmente non lo sto facendo solo per me, ma principalmente per i miei figli.. per lasciare loro un buon punto di partenza per il loro futuro finanziario.. Numeri alla mano, a 84 anni potrei nemmeno arrivarci, quindi largo alle nuove generazioni! Io pianterò il mio ulivo, ma la sua ombra e il suo olio verrà goduto dai miei figli, a meno che non sia stato troppo cautelativo nella simulazione, e forse va bene così. Qual è il vostro obiettivo finanziario? Rispetta tutti i criteri SMART? Un abbraccio, LRI
- La via della sobrietà -La storia dell'acquisto della mia prima auto
Prima o poi, nella vita, arriverà il giorno in cui una persona dovrà valutare l'acquisto di un'auto, e probabilmente si tratterà della prima esperienza che richiederà un esborso significativo di denaro. Nella mia (breve) esperienza, ho visto più di un approccio a questo evento, dal meno educativo al più ponderato, passando anche per eccessi. Tutto questo, come ogni attività umana, è una questione estremamente soggettiva come vedremo. Userò questo post anche come promemoria personale e terapeutico, per fissare nella mente i pensieri attuali in modo da ripescarli se necessario in futuro. Quindi, in parole povere, state assistendo ad una seduta di terapia e alla stesura di un diario personale. Grazie. Partiamo dall'approccio aneddotico che, a mio parere, ha dato risultati peggiori per genitori e figlio, sia in termini educativi che finanziari. WORST CASE: Un baldo giovane diciottenne si iscrive alla SCUOLA GUIDA, e ottiene il foglio rosa. Il figlio esercita quindi pressione psicologica sui genitori affinché gli venga acquistata un'auto, attraverso diverse tecniche. Per i motivi più disparati i genitori stessi procedono all'acquisto, e seguono pure le indicazioni del figlio sul modello, volendo esagerare. Quali potrebbero essere i motivi? Questa è la domanda che mi sono fatto dopo aver assistito a ben due casi del genere: Una situazione familiare difficile o presunta tale, dove magari il genitore riconosce un clima, uno stato di difficoltà e crede che assecondando il figlio pur facendo un grande sforzo, questo stato degradato di ambiente familiare vada, se non a risolversi, almeno ad anestetizzarsi. Una psicologia debole / svogliata dei genitori, per i quali è più importante l'evitare conflitti rispetto all'educazione del figlio, mostrando dei principi saldi. Una scarsa educazione pregressa del figlio, che non realizza o quantifica il tipo di sacrificio richiesto ai genitori, né dà l'importanza adeguata a questo passo. Una scarsa educazione finanziaria generale del nucleo familiare, che è andato ad acquistare un "asset" in anticipo rispetto al necessario, aumentando inoltre le spese fisse e variabili senza alcun ritorno per alcun membro della famiglia. A cosa ha portato tutto ciò nelle esperienze che ho visto in passato? Mancata percezione del valore reale del bene acquistato, causato dal fatto che non ha comportato alcuno o un minimo esborso personale da parte del figlio. L'auto per il figlio ha assunto un valore vicino allo zero: è passato il messaggio che la famiglia ha la disponibilità di soddisfare i propri desideri nella misura e nella quantità richiesta ancor prima che tale desiderio sia guidato da un'esigenza reale e che generi un ritorno positivo. Di conseguenza, danneggiamento o usura precoce. Questo tipo di approccio, nella mia opinione, ha dis-educato il figlio sia al rispetto per i sacrifici dei genitori sia dal punto di vista finanziario lasciando dei segni per svariati anni su molti altri ambiti legati alla gestione del denaro. MY CASE: Il figlio, già patentato, inizia a lavorare e quindi necessita di un mezzo di trasporto adeguato per raggiungere il proprio lavoro. Questo è il caso in cui mi sono ritrovato personalmente, e parlando in prima persona cercherò di analizzarlo più in dettaglio riportando quelli che sono stati i miei pensieri del tempo, e riportando anche altri casi simili ma in cui alcune scelte sono state fatte in maniera diversa. Dunque, nel corso della mia vita sono arrivato pure io al giorno in cui, dopo aver trovato un lavoro, avevo la necessità di capire come arrivarci in tempo ogni giorno. Non mi vergogno a dire che il mio primo impiego è stato inquadrato sotto forma di "stage" della durata di 6 mesi, pagato 400 € al mese ( e mi reputo particolarmente fortunato ad aver trovato un impiego da stagista pagato ). Nessuna garanzia di prolungamento del contratto ovviamente. Cos' ho pensato? come mi sono approcciato? Beh, 400 euro mensili erano circa un terzo di uno stipendio medio/basso, oltretutto senza alcun tipo di altro benefit come il pagamento di contributi pensionistici o premi vari. Ma questo passava al convento, e l'impiego mi piaceva comunque. Era pur sempre il primo approccio al lavoro come già detto, e non credo che qualcuno nelle mie condizioni avrebbe avuto più potere contrattuale ancora prima di avere dimostrato qualcosa. Mi sono sempre considerato una persona che ricerca e aspira ad un alto grado di indipendenza su ogni livello possibile. In questo caso a livello finanziario, ma pure nell'ambito delle idee ho sempre cercato di non farmi influenzare o trasportare più di quanto non volessi. La mia scelta riguardo ad una spesa importante è stata guidata da questo mio principio insindacabile. Mi sono quindi avvalso dei trasporti pubblici, perché solamente quelli mi potevo permettere senza gravare sulla famiglia, pur sapendo che questo avrebbe comportato un sacrificio a livello di tempo per raggiungere il lavoro e per tornare a casa. Del resto, il mio tempo era valutato 400 euro al mese quindi evidentemente valorizzando il sacrificio in questa maniera non sarebbe stato proprio così grande (2,5 € l'ora).. Ho quindi acquistato l'abbonamento al servizio di trasporto pubblico per la tratta richiesta, facendo un abbonamento mensile anziché annuale perché, seppur meno conveniente in termini specifici ( costo per mese ), era comunque più adatto a me in termini assoluti nel caso in cui dopo 6 mesi non fossi più stato riconfermato. Esborso mensile: circa 50 euro. Bene! me ne sarebbero rimasti 350. Oltretutto, vivevo con i miei genitori quindi non avrei avuto altre spese a meno di qualche sfizio e ovviamente delle mie spese fisse come il telefono. Quindi diciamo che me ne sarebbero rimasti 300 con uno stile di vita abbastanza morigerato. Il lato oscuro di questo approccio era il doversi alzare tutti i giorni alle 5.30 del mattino, prendere l'unico autobus vicino a casa alle 6.15 per poi arrivare sul posto di lavoro alle 7.30/7.40. Al rientro, avrei avuto il primo mezzo di trasporto alle 17:40 e sarei arrivato a casa alle 19:00 a causa della mancanza di coincidenze celeri. Ah.. ovviamente era assolutamente vietato perdere i mezzi che passavano a questi orari, perché erano gli unici che mi avrebbero permesso di arrivare a lavoro o a casa (e non intendo arrivare in orario, ma proprio arrivare, a meno che non andassi a piedi ). Grazie servizio pubblico! Comunque, 50 euro mensili erano poco più di un terzo di quanto avrei speso solamente di carburante per arrivare a lavoro.. e non avrei pesato in alcun modo sulla mia famiglia.. quindi a posto così, anche perché ero povero come la merda. Finiti i 6 mesi di stage, "fortunatamente" ho proseguito la mia carriera pur sempre con uno stipendio da fame, ma qualche passo oltre alla soglia necessaria per presentarsi alla mensa dei poveri ( prima sui 1000/1100 € part time, poi 1200 full time ). In quel primo periodo non ricordo bene quanto avessi messo da parte, probabilmente dai 2 ai 5 k€. Ho proseguito quindi questo approccio nei mesi seguenti sino ad arrivare ad avere sul conto corrente circa 10-20 k€. A questo punto certamente avevo abbastanza capitale per poter pensare di acquistare in autonomia un'auto. Come ho approcciato la scelta? In due parole, funzionalità dignitosa. Come ho già detto, non mi sono mai fatto influenzare, o credo di averlo fatto in maniera limitata, da ciò che mi sta attorno. Ho una mente abbastanza razionale ed analitica, quindi ho fatto quello che mi riesce meglio: analizzare e comparare. Avessi guardato ciò che vedevo attorno a me, avrei comprato una Volkswagen Golf oppure un'AUDI super usata, andando a consumare fra l'altro la totalità del budget barattandolo per uno status symbol che distingue un povero da un povero mascherato. Probabilmente mi ha aiutato anche la mia indifferenza totale alle auto, che giudico nient'altro che un mezzo di trasporto. Sapevo molto bene, pur non essendo finanziariamente "acculturato", che acquistare un'auto con un valore teorico maggiore avrebbe comportato più spese fisse a livello di assicurazione/bollo ecc.. Quindi pur essendo ignorante, la semplice associazione +spese=no buono era abbastanza immediata. Nella pratica, cosa ho fatto? Una semplice tabella comparativa fra 3-4 modelli diversi. Ho cercato le caratteristiche di ogni modello, come la potenza, la capienza del bagagliaio, il consumo di carburante. il prezzo di listino ecc.. e ovviamente un giudizio estetico. Ho quindi scelto il miglior compromesso fra i fattori che ritenevo più importanti, e ho scelto..... l'intramontabile FIAT PUNTO! Consumi minimi, motore affidabile, CATENA di trasmissione, bagagliaio discreto, estetica accettabile, prezzo imbattibile. Ecco perché "funzionalità". "Dignitosa", perché pure la FIAT CUBO rispettava molti se non tutti i parametri dell'analisi, ma credo comunque di avere una certa dignità che mi impedisce di solcare tutti i giorni le strade con un orrore sotto i piedi, per quanto funzionale sia.. Prendendo una Punto, avrei acquistato un'auto di categoria a mio avviso comparabile con una Golf, per il prezzo di un modello inferiore, pur con finiture o estetica peggiori. Ma vogliamo dire le cose come stanno? La funzione di un'auto è di trasportare una o più persone da un punto A ad un punto B. Possibilmente senza guastarsi. Tutto il resto è "contorno". Se vado ad un ristorante posso scegliere di mangiare una buona tagliata di manzo nascosta fra un milione di patatine fritte ma che costa il doppio rispetto alla stessa tagliata accompagnata da una porzione normale di patatine, non vedo per quale motivo dovrei voler acquistare la prima. Mi sono ritrovato quindi con un mezzo affidabile, a metà di quella che credo potrebbe essere la propria vita (parlando di chilometraggio) prima di doverci spendere in manutenzione più del suo valore, e sborsando "solo" 6 k€. Il budget è stato ampiamente rispettato, la funzionalità richiesta pure, la spesa annuale è stata abbastanza limitata e mi sono ritenuto molto soddisfatto di questo passo fatto in autonomia, con le mie forze. Probabilmente la scelta più importante che ho fatto è stata decidere di limitare i miei desideri e di conseguenza il budget a fronte della consapevolezza che non ho bisogno di avere un'auto per definire la mia persona e chi sono, evitando di elevare un oggetto a "status symbol". Per questo, dopo aver passato ampiamente i 30 anni, sono rimasto sconcertato quando un mio conoscente è stato messo di fronte alla stessa scelta ed ha optato per prendere un'auto che dà sicuramente l'apparenza di un'estrazione sociale più importante, barattandola però con un chilometraggio a mio avviso a "fine vita" ( se mantengo la stessa linea guida di quando ho acquistato la mia prima auto ) e con delle manutenzioni importanti che la aspettano alla finestra. Potrei quasi stimare che il mio povero amico ha lavorato per uno/due anni solamente per ripagarsi l'auto appena acquistata e la relativa manutenzione, per poi riprendere a lavorare solamente per permettersi la prossima auto, quando il "nuovo" acquisto nel breve termine arriverà veramente a fine vita. A voi il giudizio! Un abbraccio, LRI
- How to… Spreadsheet Analisi
In questo articolo vedremo brevemente come utilizzare il semplice foglio Google di analisi del valore intrinseco che trovate al link nella home page. L’obiettivo quando utilizzo questo foglio è più che altro capire se un’azienda è estremamente sopra/sottovalutata. E’ molto lontano dall’essere un’analisi approfondita di un titolo, ma può aiutare a rimuovere le “pessime idee” da una watchlist. Ci tengo a precisare che, pur avendo fatto dei ritocchi personali al foglio, questo file è pesantemente ispirato ai fogli di calcolo messi a disposizione dagli ottimi “Pietro Michelangeli” per quanto riguarda la parte del dividend discont model, e “Sven Carlin” per la parte di stima del valore intrinseco. Consiglio di seguire entrambi su YouTube, e valutare voi stessi il valore delle informazioni che condividono. Lo spreadsheet si divide in 3 parti: Il primo foglio chiamato “Dati da Macrotrends” deve essere compilato manualmente. Indovinate un po’ qual è la mia fonte di dati solitamente? Mi sembra abbastanza intuibile.. Tendo a verificare visivamente il trend dei diversi parametri man mano che li copio nel foglio Google. Scorrendo a destra nel foglio poi c’è una tabella riassuntiva dove si vedono i tassi di crescita annualizzati su diversi periodi: In questa maniera si può avere un’idea di come è andata l’azienda nel corso del tempo, pur sapendo che i tassi di crescita passati non necessariamente sono indice della crescita futura. Il secondo foglio permette di fare una analisi con un dividend discount model. E’ praticamente un copia e incolla del formato messo a disposizione da Pietro Michelangeli! Per l’utilizzo e per capirne il funzionamento suggerisco quindi di vedere questo video. Nell’ultimo foglio, si può stimare il valore intrinseco di una azienda facendo delle assunzioni sulla base di 3 scenari, “migliore”, “peggiore” e “normale” stimando: tassi di crescita nei successivi 5 anni e fra i prossimi 5 e 10 anni tasso di sconto desiderato multipli finali probabilità associata allo scenario Sulla base di queste assunzioni viene calcolata una stima di valore intrinseco, che viene poi confrontata con il prezzo dell’azione se l’analisi è fatta con gli EPS, oppure con il Market cap se viene fatta con il Free Cash Flow. Ed ora, createvi una vostra copia in locale premendo “File”-> “Crea una copia”, e fatemi avere il vostro feedback!
- How to... Spreadsheet Portfolio - Part 1: Budget
Ecco il primo di una serie di brevi post che spiegano come utilizzare lo spreadsheet del monitoraggio del Portfolio, condiviso nella home page. Questo foglio non fa altro che simulare un PAC con reinvestimento dei dividendi, finalizzato ad ottenere un flusso di entrate tali da coprire le proprie spese. verificare se i propri obiettivi sono realistici o meno, e capire l'orizzonte temporale necessario per raggiungerli, facendo alcune premesse. Il foglio è abbastanza semplice: tutte le celle di colore giallo sono da compilare con delle assunzioni proprie. Non è altro infatti che un simulatore di PAC "home made". Si inizia tenendo traccia della propria spesa annua. Si assume poi il rendimento (da dividendo) lordo obiettivo, a cui va a sottrarsi la tassazione USA e Italiana, ottenendo così il rendimento netto in percentuale. Ovviamente se si intende investire solo in ETF o aziende italiane si può settare la tassazione USA pari a zero. Gli ultimi dati da inserire riguardano il capitale iniziale, il rendimento medio stimato dei propri investimenti ( esclusi i dividendi ), il tasso di inflazione, il numero di anni di mantenimento del PAC e la quota mensile allocata. A questo punto, se l'obiettivo di coprire la propria spesa annua con un flusso di dividendi al netto dell'inflazione viene raggiunto, la cella "Check Obiettivo" sarà verde, altrimenti rossa. Si può giocare pure modificando a piacere i vari parametri, ad esempio definendo a priori la quota del PAC e modificando il numero di anni per capire l'orizzonte temporale minimo necessario. Le ultime celle grigie riportano un riassunto di alcuni parametri sulla base delle assunzioni fatte: il capitale totale investito escludendo gain e dividendi, il capitale minimo necessario al termine del PAC e il flusso di cassa obiettivo, che tiene conto dell'inflazione: nell'esempio infatti l'obiettivo è raggiungere 12 k€ di dividendi, che aggiustati con un'inflazione al 2% per 30 anni diventano 21k€. In ultimo, la cella dell'età finale è personalizzabile con la propria data di nascita modificando manualmente la formula, e riporta la propria età al termine del PAC. Interessante anche notare quella che chiamo "Età Payback", ovvero l'età al di là della quale i propri investimenti iniziano ad avere un senso: prima infatti, si sarebbe ottenuto lo stesso obiettivo semplicemente risparmiando!! In altre parole, si rapporta il capitale investito di tasca propria ( es. 1000 euro al mese per 30 anni) al dividendo finale richiesto ( 21 k€ ) e si ottiene il numero di anni nei quali il dividendo richiesto era semplicemente coperto dal capitale investito. Sommando poi questo tempo all'età finale al termine del PAC, si ottiene l'età dopo la quale tutto l'income generato avrà senso. Un abbraccio, LRI
- How to... Spreadsheet Portfolio Part 2: Lista movimenti
Eccoci alla parte 2 dello spiegone dello spreadsheet di monitoraggio portfolio.. Oggi vediamo nel dettaglio il foglio "Lista Movimenti". UPDATE AGOSTO 2023: Ho modificato il foglio google, compresa la LISTA MOVIMENTI. Per un breve recap e un aggiornamento delle istruzioni vi lascio questo articolo. Lascio qui sotto il vecchio How-to nel caso in cui qualcuno abbia scaricato la versione vecchia. Per compilare correttamente il foglio, nelle colonne dalla "A" alla "F" va inserito ogni movimento in entrata o uscita, riportando: Data, Ticker associato, Totale uscito/entrato (in €. Utilizzando Directa tutti i movimenti preferisco rendicontarli in euro.), N° quote acquistate/vendute (se è un acquisto o vendita! N.B: se vendita, inserire il segno -, Tipo di movimento* *"PURCH"-Acquisto, "INV"-Deposito liquidità, "DIV"-Dividendo, "SELL"-Vendita. Attenzione, affinchè il foglio funzioni correttamente, deve contenere almeno un movimento per tipo! se non si è ancora mai venduto nulla ("SELL") o incassato un dividendo ("DIV") aggiungere una riga ugualmente, ma con "Amount" pari a zero Più a destra si compilerà in automatico una tabella pivot. La colonna "Ticker Google" si colorerà di: Verde se la posizione è stata chiusa in guadagno Giallo se la posizione è ancora aperta (in corso) Rosso se la posizione è stata chiusa in perdita In questa tabella si ha poi un riepilogo relativo a: Totale dividendi percepiti Numero quote acquistate e valore di acquisto Numero quote vendute e valore di vendita Totale Loss/Gain Prezzo Medio di Carico (in EURO) Spostandosi ancora più a destra, si ha un altra tabella di riepilogo che viene utilizzata per compilare il foglio "Portfolio", e viene popolata grazie ad uno script che parte schiacciando sull'immagine della freccia lì vicino ("PUSH TO UPDATE" era un bell'indizio..) Le colonne "Ticker Google, N°Shares e PMC" si compilano partendo dalla tabella pivot precedente. Dalla colonna V alla colonna AN si devono recuperare i dati online relativi al dividendo staccato annuale, alla tassazione ( es. per azienda italiana mettere 74%, ovvero 100-26). Le colonne successive specificano varie categorie della posizione, che aiutano poi a costruire dei grafici, e nell'ultima parte della tabella viene riportato un calendario mensile che viene utilizzato per stimare le entrate mensili del proprio portafoglio, semplicemente mettendo una "X" nel mese in cui si stima arriverà il dividendo. Un altro foglio poi farà una simulazione annuale di incasso dei dividendi. E anche per oggi è tutto! A presto, LRI
- Update Google Sheet monitoraggio NW+Portfolio
Brevissimo post perchè ho aggiornato il foglio google di monitoraggio spese,guadagni, net worth e portfolio. A questo link trovate il nuovo formato fresco fresco. Ho preferito togliere le informazioni più personali (ho messo tutte le cifre pari ad 1 € e tolto qualche spesa o categoria specifica qua e là). Teoricamente ora compilando solo il foglio "lista movimenti" si andranno a popolare in autonomia i fogli "Expense" e "Income" e in parte "Pivot Portfolio" ( per aggiornare poi le altre parti relative al portfolio si deve in ogni caso far girare la macro presente nel foglio stesso ). Rimane da compilare a mano ovviamente il foglio "Net Worth", i parametri del foglio "Budget", e i valori storici del foglio "Portfolio Historical". LISTA MOVIMENTI: Nella prima colonna si inserisce la data, nella seconda l'ammontare della spesa o del guadagno, nella terza, quarta e quinta la categorizzazione delle spese/guadagni. In particolare, nel caso di movimenti sul portafoglio nella prima categoria di regola scrivo "Investment", nella seconda "Acquisto", "Vendita" oppure "Dividendi" a seconda del caso. Nella terza categoria inserisco il ticker google, poi passando a destra inserisco il numero di quote acquistate ( oppure col segno MENO se vendute ), e ancora più a destra categorizzo con "E", "I", oppure "G" se la registrazione indica una spesa, un incasso oppure un "giroconto" - quando sposto liquidità da un conto all'altro. Nell'ultima colonna c'è una formula che semplicemente mette il segno meno se il record è relativo a spese, lo lascia positivo se sono incassi oppure mette zero se è un giroconto. Serve per popolare la pivot del portafoglio. N.B: Attenzione: essendoci diverse tabelle Pivot, specialmente nei fogli "Expense" ed "Income", affinché tutto funzioni in maniera adeguata dovranno essere presenti lo stesso numero di categorie nel foglio "Lista Movimenti" in entrambi i casi, altrimenti i riferimenti alle celle vanno a ramengo. Se il numero di categorie non vi soddisfa, se volete tener conto di più categorie di spese o di guadagni o per qualunque altra necessità non siate pigri, potete modificare a manina tutti i grafici, le formule e le tabelle in pochi minuti per far girare tutto bene nuovamente. Attenzione quindi anche ai filtri che ho imposto sulle tabelle pivot per evitare di conteggiare in maniera errata qualche categoria. Detto questo, aggiorno pure il link nella home page del sito! A presto, LRI